Mielinumbria 2018: Apicoltura e tutela della biodiversità

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Riconoscere all’apicoltura un valore che vada al di là del reddito che questo settore riesce a ricavare per se stesso. E’ quanto chiedono gli apicoltori umbri, da anni in prima linea per difendere e valorizzare un’insetto tanto piccolo quanto prezioso per l’intero ecosistema mondiale.

E’ oramai nota la ricaduta che le api riescono a donare all’agricoltura, garantendo migliori performance a tutte le colture agricole entomofile attraverso l’impollinazione. La richiesta parte da Foligno, da oltre dieci anni capitale umbra del miele. Non solo perché in città viene ospitata la sede dell’Apau (Associazione produttori apistici umbri), ma anche per i progetti di cooperazione internazionale portati avanti nel tempo.

Un settore, quello delle api, che in Umbria gode di buona salute. “Abbiamo all’incirca 35mila alveari, un buon patrimonio per una regione piccola come la nostra – spiega Vincenzo Panettieri, presidente di Apau -. La nostra Plv (Produzione lorda vendibile ndr) si aggira intorno ai due milioni di euro, ma negli anni buoni può arrivare anche a 3,5 milioni di euro”.

Apicoltura e tutela della biodiversità

Questo il nome del Convegno di Sabato 17 novembre alla sala Fittaioli, al quale hanno partecipato anche alcuni rappresentanti della Regione Calabria dei produttori calabresi.

Proprio la Calabria in questo ultimo anno è stata la felice protagonista di una svolta importante in merito agli interventi dedicati all’apicoltura. La Regione ha ottenuto per il settore locale 6 milioni di euro sul Psr, ovvero un premio all’impollinazione per alveari spostati in zone a rischio di biodiversità. E’ la prima volta in assoluto che un Psr finanzia direttamente l’apicoltura.

Speriamo che anche il Psr dell’Umbria – sottolinea Vincenzo Panettieripossa rivolgere lo sguardo all’apicoltura, riconoscendone l’importanza agroambientale”.

(fonte rgunotizie.it)

In Umbria per due volte è stato presentato un progetto simile a quello Calabrese che  purtroppo però è stato sempre respinto: è importante far riconoscere il prinicpio del ruolo svolto dalle api per la difesa della biodiversità  anche nella nostra regione. A differenza della realtà calabrese  l’apicoltura sul territorio Umbro è molto diffusa con un numero molto alto di apicoltori che coprono già aree marginali,  aiutando l’ecosistema anche se con un reddito mellifero basso. Se riconsciuto il principio certamente gli apicoltori sarebbero stimolati a sviluppare l’apicoltura nelle zone con scarsa presenza di insetti pronobi.

Il rappresentante della Regione Umbria, presente al convegno, recepito il messaggio proviente dalla discussione, si è impegnato a rielaborare un progetto da presentare alla Comunità Europea. Siamo fiduciosi che questa volta sia la volta buona. Continuate a seguire il   notiziario della Cooperativa Naturalmiele per rimanere aggiornati.