Si è tenuto a Roma presso la sede centrale delle Cooperative Italiane il convegno conclusivo del progetto “Miele in Cooperativa” svolto nell’ambito del Piano apistico nazionale finanziato dal Mipaaft.
I referenti di sette regioni italiane, portavoce degli apicoltori italiani, hanno esposto le criticità in apicoltura al sottosegretario di Stato al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali Alessandra Pesce e al presidente di Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri.
Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo, Molise e Campania in 4 anni di attività hanno svolto 19 seminari e convegni coinvolgendo oltre 2500 apicoltori che hanno portato a conoscenza la propria esperienza riguardo le difficoltà in apicoltura dalla gestione produttiva alla vendita, dalle problematiche sanitarie a quelle normative del settore apistico.
Giorgio Mercuri nel suo intervento ha affermato che il 35% del cibo a tavola è dato dall’impollinazione delle api e che quindi la sostenibilità ambientale ed economica è un obiettivo da raggiungere nei prossimi anni, attraverso la collaborazione tra i settori primari agroalimentari e con la comunicazione ai consumatori del valore dei prodotti biologici.
Si stimano entro il 2100 gravi perdite di insetti impollinatori a causa di problematiche legate ai fattori climatici che nel 2019 hanno causato danni tra il 40% e il 70% della produzione media annuale ed in questo caso l’apicoltura non prevede sussidi per le perdite di reddito come in agricoltura.
Le produzioni apistiche sono diminuite negli anni anche a causa della riduzione dei pascoli data da un ampia diffusione delle aree ad agricoltura intensiva con largo abuso di fitofarmaci oltre ad altri fenomeni di avvelenamento di diversa origine, sia urbanistica che industriale.
E’ necessario un dialogo tra apicoltori ed agricoltori per il contributo che apportano reciprocamente alla produzione: attraverso la diminuzione dell’impiego di fitofarmaci e l’aumento di colture mellifere è possibile mantenere in vita più insetti pronubi che garantiscono l’impollinazione con l’effetto di un maggior raccolto, sia di prodotti agroalimentari che di miele, per questo è chiamata in causa anche la Comunità Europea con maggiori sostegni per le aziende apistiche e agricole sementiere che vogliono sposare questa causa.
E’ quindi importante, da parte dello Stato Italiano, prevedere un regime fiscale agevolato, oltre che per il miele, anche in tutte le attività e produzioni legate all’apicoltura per favorire la competitività di mercato. Nei magazzini delle aziende apistiche rimane invenduto il miele italiano, prodotto secondo alti standard di qualità, è invece surclassato economicamente nella grande distribuzione da prodotti importati da paesi esteri dove non vige un’omogenea legislazione comunitaria di produzione.
E’ importante veicolare l’importanza del consumo di miele italiano attraverso vari canali: è possibile delocalizzare la vendita dalle grandi distribuzioni alle aziende locali favorendo i turismo gastronomico, visto come risorsa fondamentale del patrimonio territoriale, ovvero crescere futuri consumatori di miele attraverso l’approccio all’apicoltura nelle scuole, insegnando il valore delle api e della qualità dei loro prodotti, così come incentivare il consumo di miele di qualità a tavola ed a colazione alle famiglie attraverso i figli.
In conclusione del dibattito il Sottosegretario Alessandra Pesce ha assicurato azioni di Sistema del Ministero attraverso la PAC 2020, un aumento di fondi in Apicoltura relativamente alle analisi condotte da ISMEA prevedendo un’assicurazione contro la perdita di reddito e ponendo in agenda obiettivi come l’ispezione della qualità e provenienza dei prodotti apistici immessi sul mercato italiano coadiuvato dall’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), uno dei maggiori organismi europei di controllo dell’agroalimentare.